Campionato Europeo - Maccagno 2024

 

Già qualche giorno prima dello start hanno iniziato a fare comparsa sul verde pratone di Maccagno i primi equipaggi in gara per il Campionato.

La loro smania di scendere in acqua per provare il campo non ha potuto, però, trovare sfogo a causa di una perturbazione con forti venti che hanno soffiato sul lago sino al giorno della stazza… in questo caso si può dire che arrivare con calma sia risultato il bordo buono! 

 

Fortunatamente per il 15 settembre, primo giorno di regate, il vento si assesta su una media di 15 knts con direzione Nord, permettendo l’uscita in acqua e lo svolgimento di una prova.

Finalmente! E quindi: 3,2,1… Viiiaa… ah no, ripetitore!

Si percepisce, così, da subito la “fame” degli equipaggi nel voler fare bene e nel lottare per ogni singolo cm sulla linea di partenza. 

Seconda procedura di partenza: sale quindi la bandiera nera

Quasi tutti cercano, grintosamente, di raggiungere il prima possibile il lato sx del campo (quello favorito) e 6 equipaggi risultano BFD, mentre gli altri proseguono la regata. 

In questa prova dominano gli equipaggi inglesi ma, tra gli italiani, si difendono molto bene Dagnino-Capizzi, che lottano per il 10° posto e riescono a concludere 11°.

Il calo di vento successivo non ha permesso lo svolgimento di altre regate, facendoci portare a casa solo 1 prova di giornata

Peccato, ma sappiamo che il Campionato è ancora lungo e la sera ci aspetta una calorosa cerimonia di apertura, con tanta birra e buon cibo!

Quale occasione migliore per caricare gli animi e per dimostrare agli equipaggi stranieri ciò che noi italiani sappiamo fare meglio? …Casino, ovviamente! 

Eh già… potranno anche stare davanti in acqua (per il momento) ma, in quanto ad allegria, simpatia e convivialità non ci batte nessuno… e, dal boato al momento dell’esposizione della bandiera, penso che questo punto sia stato messo in chiaro!

 

La giornata del 16 settembre inizia con temperature freddine ed il cielo coperto, che impediscono al vento da Sud di stendersi.

Verso le 12.30 c’è un tentativo di partenza davanti a Cannobio, ma il poco vento e la forte corrente costringono ad annullare le prove in programma per la giornata.

Come sempre, a terra non mancano giochi e momenti di aggregazione per ingannare l’attesa.

Tutti tornano quindi a casa, un pochino con l’amaro in bocca per non aver regatato…o meglio, tutti tranne una: la sottoscritta stava in realtà festeggiando perché era rimasta tutto il giorno a letto, vittima di un virus.

Virus che poi nel corso del Campionato ha mietuto varie vittime.

Per i non ammalati, invece, l’amaro in bocca è passato comunque velocemente grazie ad una splendida cena a base di prelibatezze della nostra “mamma Paola” e l’allegra compagnia che caratterizza la Famiglia Fireball.

 

Il 17 settembre si ha la sveglia presto, prima segnale alle 8.30 e ben 4 prove in programma!

Tutti puntuali tranne il vento, che arriverà solo nel pomeriggio ma ci permetterà comunque di portare a termine 3 prove.

Con vento da Sud il lato favorito è quello dx, ma comunque il campo non è semplice e bisogna prestare attenzione a non avvicinarsi troppo alla costa ed evitare di cadere nei buchi di vento.

Salvo qualche equipaggio che difende con costanza le primissime posizioni, vi è un andamento molto oscillante nella classifica ed, a momenti alterni, anche alcuni italiani sono riusciti a mettere la prua davanti.

 

Per il 18 settembre viene confermato il lay-day: ufficialmente ci diciamo che è un po’ un peccato, viste le poche prove disputate sino a quel momento… ma ufficiosamente, in realtà, siamo tutti contenti di poter ricaricare un po’ le pile, soprattutto dopo le 3 prove con vento del giorno precedente.

La giornata è stata sfruttata per unire le forze e portare avanti qualche lavoretto e miglioria sulle barche che ne necessitavano.

Essendo però pur sempre un lay day, giustamente dopo il dovere… arriva anche il piacere!

E guarda caso, a fianco al pratone delle barche si trova un bel campo da beach volley!

Che bello, la tradizione iniziata al Campionato Europeo scorso in Slovenia può continuare!

Gran parte del pomeriggio viene trascorso tra grandi partitone: nonostante le scarse doti pallavolistiche e la scoordinazione, portiamo sempre a casa grandi risate, divertenti aneddoti e bei ricordi.

Divertente, a mio parere, notare come le squadre si distribuiscano naturalmente quasi sempre in modo che i componenti dei vari equipaggi si trovino avversari e di come la squadra “prodieri”, anche dopo le precedenti vittorie in Slovenia, si confermi sempre la migliore (e non assolutamente perché sono di parte!). Io sostengo che, anche inconsciamente, questo rappresenti un momento di terapia e l’occasione per vendicarsi verso il proprio compagno di barca a suon di pallonate, e per questo lo consiglio vivamente a tutti!

Tra una partita e l’altra ci siamo radunati all’ombra di un albero, intorno ad un cellulare, per seguire l’America’s Cup e fare il tifo a gran voce Luna Rossa (direi che tutti gli scongiuri del caso hanno portato bene!).

 

Il 19 settembre si fa un'altra alzataccia (primo segnale ore 8.30), il vento da Nord è puntuale e si presenta con 18 knts.

Riprendono le lotte in partenza per aggiudicarsi il pin e scappare il prima possibile a sx, ma questa volta senza nessun OCS.

Nel corso della seconda prova il vento va a calare e ruota un pochino a destra.

La giornata termina con due prove disputate e, dato ancora il sole alto, parte della flotta italo-francese decide di approfittare della jacuzzi riscaldata nel residence per rilassarsi con un aperitivo a mollo (corrompendo il bagnino).

La serata si conclude con una cena al ristorante tutti assieme, tra pizza e prelibatezze locali.

Non si rincasa però troppo tardi, vista la partenza all’alba che ci attende la mattina seguente!

 

L’ultimo giorno ci permette di concludere 3 prove, l’ultima delle quali ridotta e portata a casa per il rotto della cuffia (dato il calo di vento drastico).

Proprio grazie a quest’ultima prova l’equipaggio Mermod-Moser si aggiudica il titolo europeo, dato che il suo diretto avversario, Edward-Townend, non riuscirà a tagliare l’arrivo entro il tempo limite.

 

Termina così un bel Campionato, ricco di colpi di scena a livello di classifica ed un livello alto nella prima metà di quest’ultima (con la presenza di diversi campioni del fireball e anche un olimpionico di 470).

In totale circa 70 equipaggi provenienti da 9 nazioni; la squadra italiana si presenta molto rinnovata per via di alcune assenze importanti, come Stefanini-Borzani e Brescia-Vulcanile, e per l’ingresso di vari esordienti, ma rimane comunque la nazione con l’età media più giovane.

Da questo tipo di eventi credo che emerga ancora di più che, per avere buoni risultati in fireball, non occorra solo essere bravi velisti (che già non è poco), ma serva anche una buona esperienza e conoscenza della barca.

Trovo anche molto interessante il confronto con equipaggio di nazioni differenti e scoprire modi molti diversi di portare la barca nelle stesse condizioni: ad es la predilizione degli inglesi nel fare i laschi per raggiungere la boa di poppa e la nostra controtendenza nel scendere il più possibile come angolo.

 

Ci vediamo al prossimo Campionato e, chissà, non è detto che sarai proprio tu a raccontarlo!

 

 

 

Elisa Ascoli