L’ORIGINE DEL TROFEO
La Basola (toscanizzazione del latino e del catanese basula) e più propriamente "Basola d'Oro", ancorché simbolicamente costituita di inscalfibile basalto etneo, venne assegnata per la prima volta al fireballista Michele Micalizzi il 19 gennaio 1980, per "aver lasciato nelle acque antistanti Castel dell'Ovo, quale pegno d'imperitura amicizia, il proprio timone e quasi puranco la consorte, e per essere stato alfine condotto in salvamento da un Fireball partenopeo profeticamente chiamato Cocozziello". L'anno successivo il trofeo venne assegnato al capoflotta Privitera per le trentadue scuffie rimediate all'Europeo, e poi ancora a Gianfranco Guerrera, che si era prodigato a demolire a fireballate la testata del molo sud di Trezza. La natura litica del trofeo, oltre che alludere alle consistenze meningee dei premiati, trae ispirazione da una riproduzione appesa a una parete del Circolo Nautico di Acitrezza raffigurante un idrovolante impegnato in un faticosissimo decollo e sotto il quale una mano ignota aveva annotato un perentorio: "Decolla, basula !!!“
Nel 2000, il trofeo torna in auge per premiare, al Circolo Velico Acquarella, l'astro nascente della Fireball Italia: Paolo Puissa. E' il Micalizzi stesso, a premiarlo con la seguente motivazione:
Punta di diamante nella costruzione di scafi della Classe Fireball, proteso nello sforzo di attingere le più inesplorate vette della ricerca e nel coniugare materiali di democratico accesso ad arditissime tecnologie, con altissimo spregio del pericolo e della propria stessa dignità, si inoltrava – ineguagliato pioniere – sulla fulgida strada che conduce all’assemblaggio di rivoluzionarie casse di deriva mercè l’utilizzo di comunissima (per quanto esteticamente aggraziata) carta da parati.
Tutore delle più luminose tradizioni di sacrificio di questo sodalizio, conduttore della squadra sociale fra i procellosi e ciechi flutti di Formia , reggeva con titanico sforzo e con le sue proprie nude mani il danneggiato timone dell’unità al suo comando affidata.Timone che facilmente vinta la resistenza del lucido azzaro degli agugliotti, nulla però poteva contro la possanza delle di lui vindici dita.
C.V.Acquarella, Settembre 2000